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Celtic

CELTIC

di Pietro S.

Come a volte accade, dietro al tifo calcistico si celano passioni sociali e culturali e spesso l'appartenenza ad una squadra o ad una tifoseria sono segni distintivi dell'adesione ad un gruppo razziale, religioso o politico.

Alla fine degli anni ottanta del diciannovesimo secolo, la squadra composta da emigranti irlandesi dell' Hibernian di Edimburgo vinse la coppa di Scozia alimentando la passione calcistica nella comunità cattolica. Fu così che nel 1887 un frate mariano di nome Walfrid originario di un villaggio dell'Irlanda, decise di fondare a Glasgow una società di calcio che favorisse l'educazione umana e sportiva dei giovani cattolici; il club nato quindi originariamente per motivi umanitari, prese il nome di Celtic per richiamare le origini storiche e culturali delle popolazioni scozzesi e irlandesi, i colori scelti furono il bianco e verde e lo stemma il quadrifoglio tutti simboli della vicina Irlanda.

Gli atleti vennero subito chiamati bold boys, ragazzi audaci, nome che si evolse in bould bohys o the bohys come vengono tuttora chiamati i calciatori della squadra, a causa dell'inflessione dialettale e della cadenza tipica della lingua gaelica.

Con queste radici fortemente caratterizzate, il Celtic è divenuto il simbolo delle spinte indipendentiste scozzesi e soprattutto irlandesi dall'Inghilterra, nonché il vessillo della minoranza cattolica delle isole britanniche; così la tifoseria del club che non disdegna di sventolare la bandiera dell' Eire sugli spalti dello stadio di casa è spesso stata sospettata di collusioni con l'I.R.A e nelle strade dell'Irlanda del Nord nei periodi più tesi della lotta indipendentista, indossare la maglia a righe bianco verdi era simbolo di disobbedienza civile.

In questo contesto le partite con i Rangers Glasgow, squadra della comunità protestante della città, hanno assunto negli anni i toni della vera e propria lotta sportiva e politica fra le due fazioni ed in gioco non vi è unicamente la supremazia calcistica ma il prestigio della propria parte; la rivalità tra le due squadre viene chiamata old firm, poiché anche se attualmente i Rangers sono falliti e presenti solo nella quarta serie scozzese, i due team hanno vinto la stragrande maggioranza delle competizioni calcistiche del campionato scozzese che rimane uno dei più squilibrati in assoluto a causa del predominio storico delle due società di Glasgow.

Celtic e Rangers lasciando alle spalle le dispute etniche e religiose, sono realtà in grado di catalizzare attraverso la passione sportiva, investimenti, sponsorizzazioni e diritti televisivi che di fatto conferiscono loro una potenza anche in termini economici, spropositata rispetto alle altre squadre scozzesi. Tutto questo aveva promosso il tentativo delle due società di approdare nella premiership inglese, ma le squadre di questa e soprattutto alcune frange della tifoseria del Celtic si sono opposte a questa soluzione.

Tornando alla storia del club, la maglia con i colori fasciati a righe orizzontali bianco e verdi è la stessa dal 1903 mentre nei primi anni le due tinte erano disposte a righe verticali; i calzettoni e calzoncini originariamente neri, sono anche loro bianchi dagli anni trenta del secolo scorso.

Una peculiarità della divisa sociale è che fino al 1994 la numerazione non era stampata sul dorso della maglia ma sui calzoncini, rendendo non facilmente identificabili i calciatori della squadra.

In passato il Celtic aveva una struttura societaria molto ristretta e selezionata, tanto è vero che per essere allenatori del club bisognava essere stati dei suoi giocatori e dal 1897 al 1991 sulla panchina della squadra si sono alternati solo sei allenatori.

Tralasciando le innumerevoli vittorie in campo nazionale, il periodo magico del club si ebbe a cavallo tra gli anni sessanta e settanta dove il Celtic vinse nove campionati consecutivi e soprattutto la sua unica e prima per una squadra britannica coppa dei Campioni battendo a Lisbona in finale l'Inter di Helenio Herrera nel 1967, anno in cui si aggiudicò anche campionato, coppa di Scozia e coppa di Lega.

In occasione della finale di coppa Uefa del 2003 a Siviglia, partita persa dal Celtic contro il Porto, si registrò una delle più grandi migrazioni di tifosi nella storia del calcio quando ottantamila tifosi scozzesi molti dei quali sapevano di non poter assistere al match, invasero pacificamente la città spagnola, meritandosi riconoscimenti sportivi sia dalla federazione calcistica europea sia dalla Fifa.